Stiamo rinnovando la nostra immagine. Resta sintonizzato!
slide06-Missione-new.jpg

Intervista a Antonio Pesaresi, cardiologo dell'Ospedale di Rimini, volontario in Zimbabawe (Il Corriere di Rimini, 21 Marzo 2004)

"Lo faccio perché mi sembra giusto". Una frase che, nella sua semplicità, racchiude una motivazione che va al di là della scelta, religiosa o di impegno civile. Antonio Pesaresi, medico cardiologo, ha scelto di dedicare la sua esperienza e il suo tempo a chi ha ben poco da offrire, se non un grazie o un sorriso. Perché quei bambini salvati da morte sicura , sorridono sempre, per loro il dottore bianco rappresenta una speranza di vita.

Antonio Pesaresi è uno dei medici che operano nell'ospedale Luisa Guidotti di Mutoko, in Zimbabwe, una struttura creata da sua sorella Marilena Pesaresi circa 40 ani fa.

"Sono tantissimi i bambini africani che soffrono di malattie cardiache - spiega il dottor Pesaresi-. In Occidente il reumatismo al cuore è ormai scomparso mentre in questa zona dell'Africa sub sahariana è moto frequente soprattutto tra i piccoli. La malattia ha un'evoluzione rapida, molti casi sono a rischio di vita, altri hanno prospettive di vita brevi"

Può raccontarci questo suo impegno in Africa?

Sono stato coinvolto da mia sorella Marilena. Era il 1985 quando sono andato per la prima volta a Mutoko, dove attualmente, oltre all'ospedale c'è una scuola professionale per infermieri e un orfanotrofio. Tanti bambini piccoli, di 5, 6 anni, soffrivano di malattie cardiache, per molti di loro l'operazione sarebbe stata l'unica strada per salvarsi. Torno a Mutoko tutti gli anni. Il mio compito è quello di verificare le condizioni dei pazienti e decidere quali di essi vanno operati. Sono già 106 i bambini sottoposti ad un intervento chirurgico in Italia, tra loro solo una donna di 35 anni, la maggior parte sono piccoli, Ma gran parte della mia attività si svolge a Rimini dove i piccoli pazienti arrivano e dove tante famiglie sono pronte ad accoglierli. In questo ci aiuta molto la Caritas e l'Associazione Papa Giovanni XXIII. I bambini restano qui dai tre mesi in su a seconda delle condizioni post operatorie. Si tratta di avere in famiglia un bambino malato che va seguito giorno e notte e che potrebbe anche non farcela.

Come vengono finanziate queste attività?

Molte spese le sostiene la Caritas, poi ci sono vari appuntamenti come l'Operazione Cuore o il Campo Lavoro missionario cui parte dei proventi vanno alla struttura di mia sorella nello Zimbabwe.

Lei e sua sorella, entrambi medici, entrambi impegnati nel volontariato. Quanto c'è di familiare nella vostra scelta?

Marilena ha fatto una scelta religiosa, quello che ha spinto me è più difficile da spiegare. Io non lo faccio perché vuole il Signore, o forse sì ma è comunque inconsapevole. Il mio comportamento di volontario nasce da un senso di responsabilità: in quella terra c'è bisogno di aiuto e io offro il mio. E poi in questi casi è molto facile fare il medico, c'è una gratificazione enorme, il rapporto che si stabilisce con quei pazienti è molto bello.

I suoi colleghi del reparto cardiologia dell'Ospedale Infermi come vivono questa sua esperienza?

Devo dire che senza il loro appoggio mi sarebbe stato impossibile fare quello che faccio per i bambini africani. Tutti in reparto sono coinvolti quando portiamo a Rimini i piccoli che devono essere sottoposti ad un intervento. Tutti partecipano in modo diverso a questa attività di volontariato.


© 2019 Associazione Campo Lavoro Missionario
Sede legale: Rimini, v. Carlo Zavagli, 73
segreteria@campolavoro.it

Licenza Creative Commons
campolavoro.it è distribuito con Licenza
Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale.

Codice Fiscale associazione: 91152810403
Privacy policy

Questo sito utilizza alcuni cookie. Per approfondire, leggi l'informativa sulla privacy.
Chiudendo questo box, dichiari di accettare tale informativa.

pathway