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L'intervento delle suore riminesi di Sant'Onofrio (Il Corriere di Rimini, 25 Marzo 2004)

Oltre cento persone ospitate sotto un tendone di tela e plastica: tutti insieme, uomini e donne, anziani e bambini, accumunati da una miseria soverchiante che rende tutti uguali.
La povertà ha anche questo volto: quello di una convivenza necessaria, coatta, senza alternativa.
E' questa la realtà con cui si confronta ogni giorno la missione riminese delle suore di Sant'Onofrio. La missione sorge nella cittadina etiope di Nazareth, a 100 chilometri est da Adis Abeba, in un'area a maggioranza mussulmana. I profughi sono quelli di un conflitto dimenticato, della guerra di frontiera che dal 1998 insanguina il Corno d'Africa, opponendo Etiopia ad Eritrea per questioni di confine. Le famiglie etiopi, in tempo di pace, vivevano nei territori eritrei ma dopo la ridefinizione dei confini sono state cacciate dalle proprie case.
Con i fondi del Campo Lavoro, il progetto della missione prevede di costruire semplici bilocali in muratura di 38 metri quadrati, dotati di bagno e cucina, per offrire un tetto alle famiglie di profughi: un progetto oneroso dato che ogni casetta costerà 2.500 euro più la tassa governativa del 40%. Ma anche un progetto necessario per restituire dignità alle persone.
Suor Lorella, una delle religiose che operano a Nazareth, racconta la realtà della tendopoli: "La convivenza è tranquilla nonostante le tante fedi presenti: mussulmana, ortodossa, cristiana. Si dorme, si cucina in piccoli fornelletti, si mangia uno accanto all'altro, con a disposizione tre metri quadrati per famiglia, in condizioni igieniche precarie". Sotto la tenda si nasce e si muore. Ma rispetto e dignità sopravvivono ancora in quei quattro veli che le donne sollevano intorno alle partorienti nel momento del travaglio. E ogni bambino che nasce è una gioia che si trasmette di famiglia in famiglia. La morte invece ha il volto solitario dei malati e dei morti portati dagli uomini fuori dalla casa comune.
Le suore di prodigano nell'attività pastorale ed evangelica e gestiscono una scuola materna con 90 bambini e una scuola di taglio e cucito per le donne. Ma molte di queste lavorano anche in una fabbrica locale, selezionando fagioli. Alla sera, per 10 sacchi riempiti, un salario sufficiente ad acquistare l'engera: una pagnottina di pane.


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